Associazione San Marcellino Onlus

Relazione di Missione

Anno 2005

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Stile e metodologia

 

 

Nello svolgimento di tutte le sue azioni di accompagnamento sociale e lavorativo delle persone accolte l’Associazione ha adottato una metodologia di intervento che, superato l’approccio assistenziale per sua natura non in grado di eliminare stabilmente lo stato di necessità, punta a disegnare percorsi individuali di emersione dallo stato di bisogno.

In particolare la metodologia adottata ruota intorno a due fuochi: la centralità della persona coinvolta; la costruzione di un rapporto di fiducia tra la persona e gli operatori basato su una reciproca e approfondita conoscenza.

L’Associazione, sulla base del criterio della centralità, chiede agli operatori di pensare la persona secondo tre dimensioni:  

unicità: considerare ogni essere umano unico ed irripetibile; in questo senso tutta l’operatività della relazione di aiuto è centrata sulla persona, mirando a coglierne i suoi aspetti specifici costruendo ogni intervento in maniera originale;

particolarità: cogliere l’importanza delle appartenenze identitarie collettive, in forza delle quali ogni persona è più vicina a qualcun'altra; queste comportano per ciascuno l’assunzione di responsabilità nella capacità di superare i particolarismi. Ogni intervento deve quindi mirare a restituire coscienza della propria particolarità, ma a partire da questa deve anche porre le basi affinché questa particolarità non divenga chiusura, difesa, stigma;
universalità: partire dall’assunto che ogni uomo assomiglia a tutti gli altri per la sua appartenenza alla famiglia umana; il diritto di essere uomo è universale, come universale deve essere il riconoscimento dei diritti della persona. Risvegliare questo senso di universalità vuole dire aiutare le persone ad esprimere correttamente i propri bisogni e le proprie differenze quale primo passo per affermarsi e partecipare attivamente alla società.  

L’obiettivo della reciproca conoscenza viene raggiunto progressivamente nel tempo attraverso:  

l’approfondimento delle caratteristiche psicologiche e del “vissuto” della persona;  
la costruzione di un rapporto tra la persona e l’operatore, e tramite questo con l’Associazione, per instaurare, a partire dall’intervento in risposta ai bisogni primari, un clima di reciproca fiducia.  

 

Superata la prima fase di conoscenza della persona, inizia la definizione con la stessa di un percorso personalizzato verso il pieno recupero alla vita sociale e lavorativa.

 

 

Genova, 9 Maggio 2006, Assemblea dei Soci

Aggiornato il: 15 giugno 2006