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Nello svolgimento di tutte le sue
azioni di accompagnamento sociale e lavorativo delle persone accolte
l’Associazione ha adottato una metodologia di intervento che, superato
l’approccio assistenziale per sua natura non in grado di eliminare stabilmente
lo stato di necessità, punta a disegnare percorsi individuali di emersione
dallo stato di bisogno.
In particolare la metodologia adottata
ruota intorno a due fuochi: la centralità della persona coinvolta; la
costruzione di un rapporto di fiducia tra la persona e gli operatori basato su
una reciproca e approfondita conoscenza.
L’Associazione, sulla base del
criterio della centralità, chiede agli operatori di pensare la persona secondo
tre dimensioni:
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unicità: considerare ogni essere umano unico ed irripetibile; in
questo senso tutta l’operatività della relazione di aiuto è centrata sulla
persona, mirando a coglierne i suoi aspetti specifici costruendo ogni intervento
in maniera originale;
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particolarità: cogliere l’importanza delle appartenenze
identitarie collettive, in forza delle quali ogni persona è più vicina a
qualcun'altra; queste comportano per ciascuno l’assunzione di responsabilità
nella capacità di superare i particolarismi. Ogni intervento deve quindi mirare
a restituire coscienza della propria particolarità, ma a partire da questa deve
anche porre le basi affinché questa particolarità non divenga chiusura,
difesa, stigma;
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universalità: partire dall’assunto che ogni uomo assomiglia a
tutti gli altri per la sua appartenenza alla famiglia umana; il diritto di
essere uomo è universale, come universale deve essere il riconoscimento dei
diritti della persona. Risvegliare questo senso di universalità vuole dire
aiutare le persone ad esprimere correttamente i propri bisogni e le proprie
differenze quale primo passo per affermarsi e partecipare attivamente alla
società.
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L’obiettivo della reciproca
conoscenza viene raggiunto progressivamente nel tempo attraverso:
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l’approfondimento delle
caratteristiche psicologiche e del “vissuto” della persona;
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la costruzione di un rapporto tra la persona e l’operatore, e
tramite questo con l’Associazione, per instaurare, a partire dall’intervento
in risposta ai bisogni primari, un clima di reciproca fiducia.
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Superata
la prima fase di conoscenza della persona, inizia la definizione con la stessa
di un percorso personalizzato verso il pieno recupero alla vita sociale e
lavorativa.

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